The Callisto Protocol: caratteristiche e recensione gioco

Dopo quattordici anni dal debutto di Dead Space, arriva il nuovo e inquietante survival horror The Callisto Protocol. Non viene inteso come Dead Space ma nonostante ciò riesce comunque a costruire tensione e paura allo stesso modo. La trama avvincente del gioco prova in tutti i modi a percorrere la direzione del terrore tramite Necromorfi e ombre proiettate sulle pareti della USH Ishimura, ma nella maggior parte dei casi sembra fallire.

Da un lato il design dei mutanti mette a ferro e fuoco la prigione di Black Iron, che non è spaventoso come ci si augurava, dall’altro il timore di queste creature viene disinnescato dall’esigenza di combatterle corpo a corpo anche a distanza ravvicinata.

Sembrano essere state evidenziate delle chiare mancanze sul fronte della direzione: il verso stridulo che dilania il silenzio mentre si esplora il corridoio buio, l’ombra sfuggente che preannuncia una creatura più raccapricciante da affrontare di lì a poco, infondono la sensazione di essere quasi indifesi. Scopriamo insieme quali sono le caratteristiche di questo affascinante gioco tanto atteso dai players.

Storia: prigione di Black Iron

Caratterizzata da un cast di attori di rispetto, la storia di The Callisto Protocol racconta una serie di peripezie di un corriere spaziale, Jacob Lee, che durante la sua ultima consegna viene attaccato da una cellula terroristica guidata da Dani Nakamura, che finisce per schiantarsi con la nave sulla superficie di Callisto, dove entrambi vengono condotti senza problemi nella prigione di Black Iron.

I primi momenti mettono in risalto il taglio cinematografico del gioco attraverso una serie di sequenze che rappresentano semplici tutorial, rispetto al sistema di movimento del personaggio. Successivamente la narrazione accelera mostrando il doloroso impianto a cui tutti i detenuti della struttura sono sottoposti, Jacob compreso. I prigionieri presentano l’indicatore della salute sulla nuca, proprio come avviene in Dead Space.

Quando si sveglia, Jacob scopre che la prigione è in rivolta e diverse strutture sono state distrutte. Lui stesso riesce a uscire dalla sua cella senza problemi incontrando Elias, un uomo che ha trascorso metà della sua vita a Black Iron e che sembra conoscere questo posto perfettamente. Ciò lo aiuterà a fuggire, se si dovesse offrire come pilota della nave che lo porterà in salvo.

Inizia così una collaborazione improvvisata, che complice la situazione di emergenza, si trasformerà velocemente in un rapporto di amicizia ben saldo, in cui rientra anche Dani, la donna che ha causato lo schianto della nave di Jacob. Quest’ultimo, però, non riuscirà a vederla come potenziale alleata.

Come si svolge il game play?

Il caos in cui si ritrova la prigione sembra avere una motivazione ben precisa: tra i detenuti si è diffusa un’infezione che li ha trasformati in feroci mutanti, creature dotate di forza e resistenza sovraumana. Si ritroveranno solo al primo stadio di un’evoluzione che li porterà a diventare più pericolosi.

Come si avrà modo di scoprire nel corso della campagna di gioco, la durata prevista oscilla dalle 12 alle 15 ore, a seconda di quanto a fondo si intenderà scoprire la mappa. Il racconto sembra essere molto coinvolgente, la scrittura dei personaggi altrettanto buona, pur finendo spesso con l’indossare i panni dei tradizionali stereotipi del cinema d’azione.

Lo sviluppo dei loro rapporti personali, però, risulta essere molto frettoloso e poco convincente. Una mancanza che, a detta di molti giocatori, la sceneggiatura avrebbe potuto colmare dedicando a questi aspetti maggiore attenzione. Alcune scelte lasciano talvolta perplessi.

Scenari ed esplorazione

The Callisto Protocol non tenta neppure la strada dell’open world rimanendo sulla strada di un gioco lineare e tradizionale. Da questo punto di vista, l’approccio degli autori è stato anche fin troppo prudente e talvolta rinunciatario. Si è pensato di vivacizzare la fase di esplorazione introducendo dei percorsi alternativi che potessero offrire in qualche modo delle sfide extra e delle ricompense per il giocatore.

Il gioco non presenta alcuna mappa da consultare tanto meno fornisce indicazioni su quale sia il migliore percorso da seguire, come invece, accadeva in Dead Space. In questo modo, però, non è possibile capire quale sia la porta che dà sulla strada principale e quale quella sulla secondaria, tranne che in presenza di scritte o cartelli.

Il rischio potrebbe essere quello di seguire subito il percorso giusto e perdersi l’esplorazione opzionale che non sembra essere delle migliori né da un punto di vista di design né per varietà, presentando una specie di giro che riporta il giocatore al punto di partenza. Questo fenomeno si verifica tra gli spazi più pericolosi della prigione con un’ulteriore difficoltà che deriva dal fatto che i corridoi si somigliano molto tra loro e può capitare di non percepire subito da dove si arrivi e la direzione in cui andare, perché nel frattempo magari si resta coinvolti in un combattimento.

Gli enigmi si limitano allo scambio di fusibili e all’attivazione di qualche interruttore senza coinvolgere più di tanto il giocatore. La prigione per fortuna non è l’unica location con cui si avrà a che fare nel corso della campagna. Il gioco, infatti, offre un’esperienza solida e completa che vede l’alternanza di spazi aperti e chiusi, colonie abbandonate e scorci di paesaggi davvero incantevoli, grazie a un comparto tecnico di qualità.

Gameplay: survival horror

L’apertura del sistema di combattimento del gioco introduce da una parte le novità degli scontri corpo a corpo, rilevanti in particolar modo nella prima metà della campagna, per poi diventare meno centrali con l’arrivo delle armi da fuoco e munizioni abbondanti. Dall’altra, per via di questo approccio si finisce con l’esorcizzare la paura dei mutanti che popolano gli scenari anche quelli più cattivi.

Se nella maggior parte dei survival horror in terza persona come Resident Evil o Dead Space, si mantengono sempre le distanze per evitare che il mostro possa addentare o afferrare il giocatore, provocando seri danni, in questo gioco sembra essere quasi inesistente tale pericolo, dal momento che spesso si è portati a rimanere distanti senza esporsi troppo a determinati attacchi. Si tende a cercare il contatto con l’avversario, schivando i suoi colpi o muovendo lo stick a destra e sinistra, parando e tirandolo indietro per contrattaccare con una combo o un singolo attacco pesante.

Caratteristiche tecniche

Il gioco utilizza una versione modificata dell’Unreal Engine 4, che sembra essere in grado di gestire degli effetti che teoricamente sono alla portata dell’ultima versione del motore grafico Epic Games. I risultati di questo sforzo si possono notare già fin dall’inizio e non c’è alcun dubbio che i modelli dei personaggi siano accuratamente dettagliati, realistici e ben animati, grazie all’impiego di tecnologie di scansione che hanno riprodotto in maniera davvero fedele l’aspetto degli attori coinvolti nel progetto.

Su PS5 e Xbox Series X è possibile scegliere tra le due tradizionali modalità grafiche: una che punta ai 4K e gira a 30 fps, l’altra che utilizza una risoluzione dinamica per raggiungere i 60 fps. Nel primo caso l’unione tra un frame pacing ben regolato e l’immancabile motion blur può restituire al giocatore una piacevole sensazione di fluidità superiore alle aspettative, insieme a una qualità dell’immagine sorprendentemente superiore. In tutto ciò chi non vuole rinunciare ai 60 fotogrammi verrà comunque accontentato.

The Callisto Protocol include sequenze similari a quelle presenti in Dead Space, anche se poche e non altrettanto efficaci. Il sistema di illuminazione, le ombre, gli effetti come il fuoco e la nebbia sembrano essere ben realizzati anche se con qualche incertezza. Il taglio cinematografico di tante scene del gioco viene spesso supportato in modo efficace da inquadrature atipiche, che ancora una volta ricordano Dead Space.

Dei nemici pur vantando una varietà discreta di personaggi, esclusi i boss, il loro design non sembra spiccare molto e nemmeno terrorizzare più di tanto, una mancanza molto lamentata nelle varie recensioni rilasciate dai giocatori che si sarebbero aspettati un tocco in più da un “survival horror”.

Il comparto audio nel complesso può vantare una buona selezione di brani e un’altrettanto valida gestione dei suoni su base 3D che sembra essere in grado di creare un ambiente sonoro convincente pur senza esprimere in toto il potenziale di un progetto di questa portata.

Il doppiaggio in italiano, vede la presenza di un ottimo cast e di una valida interpretazione, ma presenta alcuni gravi problemi che tutt’ora non sembrano essere stati risolti. I volumi dei mix, ad esempio, secondo le varie recensioni degli utenti, sembrano essere sballati tanto che alcuni dialoghi non si sentono bene con intercalate frasi pronunciate in inglese.

Gli sviluppatori alla luce di queste lamentele ricevute da parte dei player sembra che si siano subito messi al lavoro per cercare di risolvere il problema, ma nel frattempo il suggerimento è quello di attivare i sottotitoli oppure passare direttamente alle voci originali.

Conclusione

Il gioco The Callisto Protocol, alla luce delle varie recensioni rilasciate in giro per il web potrebbe lasciare intendere che si tratti di un action moderno. Aspettando di potere avere una conferma, il gioco è disponibile su PC e console di nuova generazione già dal 2 dicembre. La durata media prevista è di circa 15 ore ma come sempre i fattori che ne possono influenzare la qualità saranno la bravura del player e la curiosità, così come il livello di difficoltà scelto tra i tre disponibili.