Quello che oggi è il gioco Skull and Bones per PS4, non è poi così differente da quello che era già 4-5 anni fa. Ovviamente, oggi il gioco si presenta più ricco, dettagliato e tecnicamente più avanzato, ma allo stesso tempo il fulcro dell’esperienza di gioco resta ciò che è stato annunciato fin dall’inizio.
Nelle vesti di un sopravvissuto a un terribile naufragio, il giocatore dovrà riprendere un lungo viaggio per trasformarsi in un temibile pirata, guadagnare fama e ricchezza, dominando i sette mari del globo terracqueo.
Il titolo promette di garantire un buon grado di personalizzazione, con giocatori che potranno creare il pirata secondo la propria immaginazione sia nel look che nell’abbigliamento, puntando tutto sulle battaglie navali, elemento cardine del gioco, rendendo fondamentale il recupero di tutte le risorse necessarie per affrontare i bucanieri avversari. L’avventura può essere affrontata in solitaria ma la natura multiplayer del gioco emerge sia per collaborare con altri players nel recupero di ricchi bottini, che nel combattimento per riappropriarsi delle risorse.
Il gameplay
In concreto, il giocatore si ritrova dinnanzi a una specie di open world a tema oceanico che si potrebbe definire “open sea”, dove il proprio avatar dovrà dapprima fare i conti con una serie di piccoli compiti (paragonabili in parte alle prime ore di un survival action con caccia di animali e raccolta di risorse a bordo di un’imbarcazione), per poi iniziare a sistemare un migliore equipaggiamento, più ricco e preparare il necessario per costruire le prime navi di grandi dimensioni con cui attraversare i mari più pericolosi e allontanarsi dalle coste.
In questo modo, si potrà aumentare la possibilità di accaparrarsi bottini più ricchi e sfidare avversari più pericolosi. La visuale del gioco è un mix tra prima e terza persona, piena di open world dove non mancheranno il ciclo giorno-notte e un sistema dinamico di gestione delle condizioni meteo. Ciò che emerge dalle varie recensioni degli utenti che hanno provato il gioco, è che non si tratti di un survival classico con il proprio avatar che può liberamente andare in giro per terraferma e mare, saltellando e tagliando tronchi con un’accetta costruita. Tutto il gameplay si svolgerà solcando i mari, compresa la raccolta delle risorse necessarie per potenziare l’alter-ego e i possedimenti.
Da ciò che si percepisce leggendo le recensioni, tutto il gameplay si basa sull’infamia, quello che può essere considerato a tutti gli effetti il livello del personaggio. In base a questo si potrà accedere a determinati contratti, il cui valore e difficoltà aumenteranno ma mano che aumenterà la fama e in funzione delle missioni concluse.
Acquistare sempre più fama consentirà al giocatore di avere accesso a vari miglioramenti, che includono il vestiario, l’armamentario e permetterà anche di acquistare i progetti essenziali per la costruzione delle navi, tipologie inedite di cannoni, bocche da fuoco, corazze, rinforzi da applicare agli scafi.
Guadagnare infamia e ritrovarsi con un pirata sempre più ricco e meglio equipaggiato consentirà anche di spingersi sempre più distanti dalle coste e così facendo, di scoprire altri accampamenti con i relativi mercanti di merci rare, di affrontare sfide più impegnative e rischiose. Tutto ciò potrà essere utile per acquistare esperienza, aumentare la notorietà e raccogliere contratti ancora più forti.
Un gioco solo multiplayer?
Skull and Bones sembra essere un gioco nel quale è necessario essere sempre online, con tanto di server e personaggio depositato in remoto. E’ possibile, però, affrontare la campagna di gioco attraverso un lungo percorso alla ricerca di infamia completamente in solitaria, giocando per conto proprio e affrontando le sfide senza essere obbligato a unirsi agli altri pirati.
Un titolo del genere giocato interamente da soli rischia, però, di perdere il suo fascino tanto che sarà possibile in qualsiasi momento solcare i mari in compagnia di altri due alleati, che siano una coppia di amici invitata oppure altri due giocatori incontrati nel corso del gioco, attraverso un sistema che è sembrato essere molto veloce con tanto di condivisione istantanea dei contratti da portare a termine.
Inoltre, alcuni assalti più importanti, come quando viene richiesto di attaccare insediamenti fortificati e roccaforti costiere, si configureranno come dei veri e propri eventi dinamici che consentiranno a tutti i giocatori che si trovano in prossimità della battaglia di unirsi a essa, per contribuire all’attacco così da potere ottenere un premio proporzionale al loro contributo.
Proprio il combattimento sembra essere ben stratificato con moltissime bocche da fuoco diverse, che possono essere utili in momenti diversi della battaglia, con i loro tempi di ricarica e la necessità di tenere sempre in considerazione il posizionamento della propria nave, di quella avversaria e della configurazione del nemico.
Sarà necessario stare attenti al vento, controllare sempre le zone esposte dello scafo, individuare i punti deboli dell’avversario, studiare il carico a bordo e la potenza dei vascelli che intendiamo attaccare grazie all’aiuto del cannocchiale. Il PvP sarà totalmente facoltativo dal momento che di base il gioco non consente ai players di attaccarsi ma solamente di incontrarsi. In qualsiasi momento sarà possibile scegliere di spostarsi su un server player verso un altro, ed essere vittima di scorribande e assalti compiuti da altri umani.
Sarà possibile anche ritornare velocemente su un server normale ed essere nuovamente al sicuro. Tutto sembra avvenire senza soste, senza alcuna penalità alla progressione o al proprio personaggio. Anche morire non sembra avere conseguenze gravi visto che si perderà parte dell’esperienza e del loot presente a bordo. Se il giocatore sarà abbastanza veloce da raggiungere il luogo in cui si è affondati, si potrà recuperare il resto della mercanzia che galleggia sulle onde, pronta per essere raccolta da chiunque.
Esiste una campagna per single player?
Diversamente da quanto accade nella maggior parte dei giochi “open world” di Ubisoft, l’azienda produttrice del gioco, non sembra essere offerta alcuna campagna per giocatore singolo. Non sembra trattarsi di un gioco basato su una storia, ma piuttosto ci saranno alcuni personaggi fondamentali o “Kingpin” che si potranno incontrare nel corso dei viaggi, che avranno frammenti di storia da potere apprendere completando attività o contratti con loro.
Invece, di un’unica trama la storia di Skull and Bones sarà scritta dai giocatori stessi impostando obiettivi vari, decidendo come navigare, quali navi attaccare per aumentare la propria ricchezza e il livello di infamia. Il gioco, come abbiamo detto anche prima, potrà essere fatto in solitaria anche se si vive in un mondo condiviso con un numero massimo di 20 players per ogni server. Ci si può unire ad altri giocatori oppure dare loro la caccia, affondare le loro navi e rubare i loro tesori.
Diventare un Kingpin
Diventare un Kingpin non è semplice. Si inizia l’avventura con vestiti che si possiedono ed è necessario farsi largo nella carriera di pirata, da mozzo a marinaio fino a diventare pirati. Nel corso dell’esperienza si devono considerare le meccaniche survival del gioco. All’inizio del gioco non avendo quasi nulla a disposizione si dovrà creare la prima lancia. Nel corso del gioco, poi il player sarà chiamato ad acchiappare uno squalo, qualche pesce da grigliare per nutrire se stesso e la propria ciurma, altrimenti si potrebbe andare incontro a un ammutinamento ed essere gettati fuori dalla nave.
Per essere un buon capitano è necessario mantenere la propria ciurma felice. Quando si è in mare, governare navi di questo genere non è per niente semplice. E’ presente un sistema chiamato “morale” che diminuisce più o meno velocemente in base a diversi aspetti come: il tipo di nave che si possiede o il proprio livello di infamia. Per mantenere il morale sopra al livello di guardia è fondamentale nutrire la ciurma.
Quando si comincia ad avere successo cambiano le cose da fare per sopravvivere. Gestire la nave diventa una sfida sempre più notevole. Sarà necessario mantenere lo scafo in ordine, i cannoni carichi, ragionare sul peso. Riempirsi di bottino è una tentazione al quale in pochi sanno resistere, ma se la nave viene caricata eccessivamente può diventare difficile riuscire a schivare un attacco. Alcune volte la scelta migliore sarà quella di buttare un po’ di carico in mare per arrivare a casa sani e salvi.
Contenuti di Skull and Bones
Come accennato prima, uno degli elementi principali del gioco (anche in funzione della sua natura da “live service”) sembra essere la sovrabbondanza dei contenuti che il gameplay deve offrire ai giocatori. Da questo punto di vista, il sistema di progressione basato sull’infamia dovrebbe potere offrire una buona via di mezzo in termini di collezionabili e sbloccabili, attraverso un sistema stratificato su tre variabili che dovrebbe essere in grado di garantire un elevato grado di personalizzazione a chi si preparare per attraversare i mari.
Nel titolo si possono trovare svariati vascelli che possono essere classificati in tre tipologie di utilizzo:
- le navi: veloci e poco corazzate ideali per potere esplorare gli scenari e scappare velocemente da ogni battaglia;
- gli scafi da carico: perfetti per lunghe spedizioni puntate sul loot;
- le barche da guerra: che puntano forte sulle bocche da fuoco e le armature, ma poco manovrabili.
Ciascuna di queste navi potrà successivamente essere configurata sia come armamentario che per quanto riguarda la corazzatura, così da permettere la ricerca dell’equilibrio perfetto in base ai contratti e alle scorribande che si vogliono svolgere. Sarà anche necessario tenere conto del cibo e del bere da portare a bordo, perché è fondamentale prendersi cura dell’equipaggio onde evitare possibili ammutinamenti.
Quello che, invece, si potrà trovare una volta raggiunto l’endgame o una qualsiasi forma di “level cap” rimarrà un mistero. Il produttore sembra avere confermato che ci sarà un grande supporto post-lancio composto da contenuti gratuiti, visto il prezzo di vendita premium.